L’estensione dei territori romani è ormai molto grande: dall’Arno e da Rimini fino allo stretto di Messina.
L’Etruria non dà più molti problemi, tranne qualche sporadico tentativo di ribellione.
Le città greche da Taranto a Reggio sono entrate a far parte dello stato federale romano.
Sanniti, Lucani e Bruzi sono stati obbligati a confermare definitivamente i vincoli di alleanza con Roma, sottoscrivendo ulteriori riduzioni territoriali.
I romani hanno lasciato fuori della loro mire, fino ad ora, solo due regioni: la Sicilia, divisa fra cartaginesi e greci, e l’Italia Settentrionale, in cui è forte la presenza celtica.
Oridinamento amministrativo
L’estensione territoriale ammonta a 130.000 Kmq, di cui 25.000 sono appartenenti ai territori della repubblica romana, i restanti divisi fra Latini, colonie e alleati.
In questo territorio vivono 1 milione di cittadini romani e 2 milioni fra latini e alleati.
Per esercitare il potere Roma usa diverse forme amministrative a seconda che si tratti di municipi, città federate o colonie; di conseguenza si ha una confederazione sotto il dominio di Roma.
Municipi
Città conquistate dai legionari, che hanno un’autonomia amministrativa e propri magistrati, con alcuni obblighi verso Roma; tra questi c’è l’obbligo di pagare un tributo e di fornire un contingente di truppe in caso di guerra.
Gli abitanti dei municipi sono i municipali, questi godo di diritti civili: libertà di compravendita, di matrimonio con i romani, di appello al giudice per ottenere giustizia.
Affinco di questi diritti civili, però, non tutti i municipi avevano diritti politici, infatti, sono suddivisi in municipi cum suffragio e municipi sine suffragio.
I diritti politici consistono nell’essere parte di elettorato attivo e passivo, nel poter ricorrere in appello al popolo in caso di condanna a morte o nel partecipare alla divisione dell’agro pubblico.
Città federate
Città che si sono liberamente alleate con Roma con apposito tratto chiamato foedus.
Queste città hanno propri magistrati e proprie leggi e non sono tenute a pagare tributi a Roma.
Gli abitanti delle città federate sono chiamati soci o alleati, godono di autonomia amministrativa ma non hanno diritti politici a Roma, non possono accedere alle cariche pubbliche o godere di privilegi fiscali riservati ai romani; sono, però, obbligati a dare contingenti di truppe che combattono ai lati dell’esercito.
Colonie
Sono fondate dai romani sull’ager publicus, nei territori confiscati ai vinti o diventati di proprietà della repubblica romana.
Le colonie vengono fondate in luoghi strategici o di frontiera, gli scopi sono militari, di controllo delle popolazioni locali o per allentare la pressione demografica a Roma.
Le colonie possono essere romane o latine, secondo la provenienza dei cittadini che la costituiscono.
Roma, oltre a far fondare colonie da gente latina, infatti, manda nelle colonie i romani più poveri che le continue guerre hanno impoverito a tal punto da perdere anche il campo da coltivare per la propria sussistenza.
Gli abitanti delle colonie romane hanno pieni diritti civili e politici, mentre gli abitanti delle colonie latine hanno gli stessi diritti di cui godono nelle città latine federate (ius latinitatis).
Questo ordinamento amministrativo mira a governare le popolazioni conquistate con una certa equità, permette di evitare tentativi di defezione e secessioni che hanno caratterizzato il primo periodo della repubblica.
Il comportamento dei romani è di accorta lungimiranza, poichè si sono accorti che i sudditi possono essere più facilmente governati quando vengono trattati con giustizia; di conseguenza non rendono schiavi i vinti e non prendono tutte le terre migliori.
E’ proprio questo comportamento che permette a Roma di unificare l’Italia e di tenerla unita per molto tempo, anche in periodi particolarmente difficili come la guerra contro Annibale.